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Chi siamo

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ADUSBEF viene fondata il 13 maggio 1987 da un gruppo di tecnici che lavoravano prevalentemente in banche ed in compagnie d'assicurazione, con lo scopo di difendere i cittadini da soprusi e malefatte del sistema creditizio, finanziario e assicurativo.

Quando venne creata, la difesa dei consumatori nel settore bancario era allo stato embrionale: gli utenti bancari potevano essere vessati e maltrattati, le fideiussioni potevano essere fatte sottoscrivere in bianco e riempite successivamente. Non vi era infatti alcuna legge sulla "trasparenza bancaria".

Solo cinque anni dopo, il 27 febbraio 1992, arrivò la legge 154/92 sulla trasparenza delle operazioni bancarie. L'ABI, Associazione bancaria italiana, cercò di evitare tale legge, varando un codice di autoregolamentazione interno al sistema bancario, che l'ADUSBEF riuscì a smontare e ridicolizzare con incursioni quotidiane negli sportelli delle banche.

L'ADUSBEF è intervenuta denunciando il comportamento delle banche nei casi Lombardfin, Enimont, Imi-Sir. Ha indirizzato la sua attività per costringere le banche a maggiori livelli di trasparenza; le assicurazioni a più adeguati rapporti con gli utenti; le Autorità di controllo Consob, Isvap, Bankitalia, a più incisive attività a tutela dei diritti dei cittadini.

L'Associazione ha affrontato la questione dei mutui usurari; degli interessi anatocistici sui conti correnti bancari; la continua lievitazione dei costi di gestione dei conti bancari gravati da nuovi balzelli; il caso della Bipop-Carire; la vicenda dei bond Argentini collocati dalle banche presso i risparmiatori; contribuito alla condanna del cartello di 39 compagnie assicurative in merito alla RC Auto, con premi lievitati del 95% negli ultimi sei anni; individuato oneri impropri gravanti sulle bollette Telecom come "la tassa sui campanelli" per ascoltare lo squillo del telefono.

L'ADUSBEF è specificatamente specializzata nei problemi relativi all'utenza del settore bancario ed assicurativo, ma nel tempo ha integrato la propria attività grazie al contributo di associati con varie specializzazioni anche nel settore postale e telefonico.

Ciò ha spinto l'associazione a concretizzare analisi, critiche e proposte sia sul suo periodico, Risparmio & Futuro, edito fin dal 1988, sia in pubblicazioni come "Come sfruttare la banca" (Edizioni L'Altritalia - 1994) e "Guida all'uso della Banca" (Editori Riuniti- 1996).

Dal 1994 ha effettuato studi sul sistema bancario di molte regioni italiane: in particolare quello relativo al Lazio (aggiornato annualmente) è inserito, dal 1997, nell'ambito dei progetti realizzati per la Regione Lazio.

l'ADUSBEF ha condotto studi sui sistemi nazionali bancario e assicurativo, oltre a studi particolareggiati sui sistemi finanziari di alcune province, partecipando ad un progetto internazionale (finanziato dalla Commissione Europea) sui servizi bancari ed assicurativi europei.

ADUSBEF è più volte intervenuta presso il Ministero delle Finanze per denunciare situazioni manifestamente vessatorie o per sollevare problemi di valenza generale ed è spesso consultata nelle audizioni presso le Commissioni parlamentari.

L'Associazione partecipa a convegni, tavole rotonde ed altre iniziative sui problemi del settore creditizio, finanziario, assicurativo. Collabora con molte riviste tramite rubriche fisse ed interventi continuativi su temi e problemi inerenti ai suoi campi d'azione.

L'ADUSBEF è operativa sul territorio nazionale, articolandosi in filiali regionali e provinciali.

Oltre alla sede nazionale di Roma, l'associazione conta circa centotrenta sedi locali in tutte le regioni d'Italia

È membro della FUBE (Federazione Utenti Bancari Europei) fondata nel 1996 con associazioni di Spagna (AICAR-ADICAE), Francia (AFUB), Paesi Bassi (Consument & Geld Zaken) e Regno Unito (National ABC), operanti nei settori bancario, finanziario, assicurativo.

L'Associazione ha focalizzato i suoi sforzi, oltre che all'assistenza dei singoli consumatori che ad essa si rivolgevano, anche per avviare campagne di sensibilizzazione e per affrontare, tramite i professionisti suoi associati, casi di rilevanza nazionale.

Caro prezzi

La seconda metà del 2004 ha visto l'ADUSBEF attiva anzitutto sul fronte dei prezzi: dalla benzina alle tariffe elettriche e del gas, dal carobanca a quello delle assicurazioni RC Auto. L'assenza di azioni istituzionali di controllo, o di semplice dissuasione, permetteva agli esercenti (ed in genere a tutti coloro che possono imporre i “loro” prezzi lungo la filiera produttore-consumatore finale) di operare un trasferimento netto di capitali dagli utenti a coloro che intermediavano tra domanda ed offerta. L'azione dell'associazione si è concretizzata il 16 settembre, quando i cittadini-consumatori sono stati chiamati da Intesaconsumatori al quarto “sciopero della spesa”; all'iniziativa si è associata anche la Coldiretti con presidi in varie città.

Caro-banca e obbligazioni “senza obbligo di informazione”

L'ADUSBEF ha individuato nella continua lievitazione dei costi bancari un agire irresponsabile degli istituti di credito i quali, forti degli strumenti che la legislazione vigente offriva loro, apportavano frequentemente aumenti ai prezzi applicati ai servizi da loro offerti, inventando nuove voci di costo non considerate da alcun contratto bancario e approfittando per collocare “senza obbligo di informazione” obbligazioni bancarie anche strutturate. A livello nazionale il risultato di queste liberalità ha comportato che 850.000 risparmiatori sono rimasti coinvolti, affidandosi ai consigli offerti loro dagli operatori di settore, in tutti i più rovinosi "crack" finanziari di inizio secolo come i bond argentini, i casi di Parmalat e Cirio, ma anche i tracolli di Giacomelli, Finmek ed altre aziende.

L'azione dell'ADUSBEF ha spinto l'allora Governatore della Banca D'Italia, Antonio Fazio, a prendere posizione (almeno nominalmente e senza successo) sul caro-banca, invitando gli istituti di credito ad una maggiore morigeratezza.

Anatocismo

La ventennale battaglia dell'ADUSBEF contro gli abusi bancari ha avuto un significativo riconoscimento nella sentenza n° 21095/2004[1] della Corte di Cassazione a sezioni unite. La tentata rivincita sull'ABI dalle banche, che pretendevano di ribaltare precedenti sentenze di Cassazione sull'anatocismo (pratica illegale vietata dall'art. 1283 del Codice civile, ma imposta dagli “usi bancari” applicati per oltre mezzo secolo, consistente nel capitalizzare ogni 3 mesi gli interessi sui prestiti) [1] ha avuto un effetto boomerang, perché ha consentito a milioni di correntisti di riottenere capitale ed interessi attraverso un ricalcolo che eliminava dal computo imposto dalle banche il procedimento anatocistico.

Dall'inizio del 2005, si sono susseguite sentenze di condanna contro le banche, sia sul versante della collocazione illecita di bond, sia su quello dell'anatocismo, mentre migliaia di correntisti affidati si sono rivolti all'ADUSBEF per valutare ed impostare un eventuale procedimento giudiziario. È stata forse proprio questa l'azione associativa socialmente più incisiva: per la prima volta non solo privati correntisti, ma – soprattutto – società affidate hanno visto nell'ADUSBEF un riferimento concreto in grado di azionare, contro le illegittimità bancarie, le leve a disposizione per il recupero di posizioni più corrette e per ricondurre l'azione delle banche in un ambito di legge.

Il caso Bipielle

Parallelamente, l'ADUSBEF ha denunciato gli scandalosi addebiti per centinaia di euro praticati dal Gruppo bancario Bipielle effettuati d'iniziativa sugli estratti conto di fine anno per servizi mai richiesti e neppure erogati. A fronte degli addebiti con destrezza per “spese d'urgenza” (50 euro), “spese amministrative” (35 euro) spese postelegrafoniche (50 euro), l'ADUSBEF ha inoltrato 10 esposti-denuncia ad altrettante Procure della Repubblica, chiedendo di accertare se tali disinvolti comportamenti avessero integrato i reati di truffa ed appropriazione indebita.

La Banca Popolare di Lodi aveva infatti inserito in Gazzetta Ufficiale (2ª parte – Altri annunci commerciali) non solo aumenti di prezzi, spese e commissioni, relativi a voci di costo già previste nei contratti in essere, ma nuove voci con conseguente modifica unilaterale al di fuori delle norme richiamate dall'art. 117 punto 5 e dall'art. 118 del Testo Unico Bancario.

L'ADUSBEF si è battuta contro l'ex Governatore della Banca d'Italia Fazio, ufficialmente la figura garante del comportamento delle banche, con decine di denunce alla magistratura, sfociata con le dimissioni avvenute il 20 dicembre 2005.

PROCESSO American Express - Tribunale Penale di TRANI

In seguito alla richiesta di rinvio a giudizio per i vertici di American Express in Italia, ADUSBEF si  è costituta parte civile, in proprio e per gli associati aderenti all'iniziativa, per la difesa dei cittadini truffati e usurati con le carte di credito revolving.

A seguito della conclusione delle indagini sulle carte revolving, il PM Dott. Michele Ruggiero della Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque dirigenti di American Express, accusati di truffa e usura aggravata per le vicende relative all'emissione di carte di credito con tassi di interesse superiori ai massimi consentiti.

PROCESSO Moody's- Tribunale Penale di TRANI

Adusbef si pè costituita parte civile nel processo denominato  Moody’s e precisamente nei confronti di BERCROMBY Ross, Vice President - Senior Analyst Financial Institutions Group Moody's Investors Service Ltd, n. e WASSEMBERG Johannes, Managing Director Financial Institutions Group Moody's Investors Service Ltd imputati dei delitti di aggiotaggio e manipolazione del mercato pluriaggravati.

Moody’s anticipando e lanciando con un "annuncio" ("announcement") divulgato in piena mattinata a "mercati aperti" (verso le ore 10.04 del 6/5/2010) un "report" (uno special comment) preparato dallo stesso Abercromby sulla "Valutazione di Moody's del rischio di contagio sovrano a specifici sistemi bancari", intenzionalmente suggerivano ai Mercati ed agli Investitori - con un ambiguo e tendenzioso artificio argomentativo (costituito dalla seguente premessa introduttiva: "Come dimostrato dal recente declassamento di banche greche come risultato della debolezza del debito sovrano greco, il potenziale contagio dei rischi sovrani ai sistemi bancari, potrebbe diffondersi ad altri Paesi come il Portogallo, la Spagna, l'Italia, l'Irlanda e l'Inghilterra" ) - una relazione tra il "rischio Grecia" e la "rischiosità" delle Banche italiane, paventando altresì un rischio di contagio della crisi del debito sovrano della Grecia alle Banche italiane: relazione e rischiosità in realtà a quella data inesistenti (come noto all'Agenzia di rating ed ai suoi analisti alla stregua dei dati ufficiali a tenore dei quali l'esposizione delle Banche italiane nei confronti della Grecia era bassa e pari - sul totale delle attività nei confronti di soggetti esteri - all'1.2%, a fronte del 6% delle Banche portoghesi, del 2,9% delle Banche francesi, e dell'1,4% di quelle tedesche) e tuttavia - proprio in diretta conseguenza di quell'annuncio - percepite come realmente esistenti (come dimostrato - subito dopo la divulgazione della notizia/annuncio - dagli immediati commenti diffusi dai principali strumenti di informazione, dal coro di reazioni critiche espresse dalle supreme pubbliche autorità italiane, infine dai rendimenti negativi dei titoli bancari italiani sui Mercati).

In conseguenza della diffusione del Comunicato, prima del 6/5/2010 (segnatamente tra il 26 aprile e il 5/5/2010) il rendimento anormale medio cumulato dalle banche italiane era pari a - 1,82%  dopo di esso (segnatamente dal 6/5 al 14/5/2010) il rendimento anormale medio per le banche dei Paesi UE non in crisi era leggermente positivo (+0,18%), mentre restava negativo per le Banche italiane toccando un valore (- 1,79%) addirittura lievemente peggiore di quello delle Banche dei GIPS Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo.

Banca Popolare di Vicenza – Zonin

Con la Sentenza n. 1382 del 28 settembre 2010, il Collegio (1) della V^ Sezione penale della Corte di Cassazione, ha annullato il provvedimento di archiviazione del procedimento penale instaurato su esposto (18 marzo 2008) dell'ADUSBEF che contestava alcune illiceità relative a talune condotte societarie della Banca Popolare di Vicenza S.C.A.R.L., in quanto il GIP di Vicenza aveva negato la notifica del provvedimento di archiviazione alla denunciante in quanto "non persona offesa".

La Corte, a seguito dell'opposizione che riportiamo in calce, "annulla il provvedimento impugnato con rinvio al Tribunale di Vicenza (Ufficio GIP) per nuovo esame".

SCANDALO VOLKSWAGEN

ADUSBEF si batte al fianco dei Consumatori dopo l'ennesimo scandalo relativo al colosso automobilistico tedesco Volkswagen che ha "taroccato" le reali emissioni inquinanti delle sue vetture, grazie a un sofisticato software, durante i controlli delle autorità.

Adusbef ha già chiesto alle autorità e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di valutare attentamente la situazione.

In data 2 ottobre 2015 ADUSBEF, in persona del suo Presidente Elio LANNUTTI, depositava in numerose Procure della Repubblica presso vari Tribunali d'Italia un esposto-denuncia relativo al c.d. "scandalo Volkswagen", volto a stimolare l'accertamento dei reati di truffa, frode in commercio e disastro ambientale nei vari circondari giudiziari.